Ringraziamenti Tesi di laurea della Presidente Basso Serena
Tesi di Laurea di Serena Basso
IL MEDIATORE LINGUISTICO CULTURALE
NELLA CLINICA TRANSCULTURALE.
Un’Esperienza di Formazione
RINGRAZIAMENTI
La scelta di un corso di studi non avviene in un unico
momento: quando ci si iscrive ad una scuola, o ad una facoltà universitaria, le
esperienze vissute in precedenza ci portano in una direzione oppure in un’altra.
Forse non tutte le possibilità vengono considerate in modo
consapevolmente razionale: si prende una decisione, talvolta, anche se non è
chiaro il perché, e tempo dopo si scopre se si è andati nella direzione di una
propria inclinazione.
Quando mi sono iscritta al corso di Laurea in Scienze
dell’Educazione già ero stata partecipe di esperienze di attività associativa:
l’Associazione Creative Art, fondata da mia madre, mentre adesso ricopro il
ruolo di presidente, mi ha visto fin da ragazzina entrare nel campo
dell’intervento culturale e sociale.
Da studente ho avuto anche esperienze di stage presso
l’Associazione Casa Nostra, a contatto con bambini in affido/adozione residenti
in casa-famiglia nei pressi di Torino, dove ho scelto di intraprendere il
tirocinio universitario. Per queste ragioni la prospettiva di lavorare in tesi
a questo progetto di formazione, che
vede soggetti di apprendimento, oltre ad altri laureandi come me, anche
operatori sociali, in particolare le operatrici del Servizio Materno Infantile
ed educatori, ha scatenato il mio entusiasmo: nel rileggere gli appunti degli
incontri, spesse volte mi è capitato di dover correggere e togliere i troppi
riferimenti entusiasti alla enorme possibilità di crescita e di miglioramento
che il dispositivo consente a tutti i partecipanti, perché la vera ricchezza di
questo progetto è nel confronto. L’attività del progetto, e quindi la redazione di questa
tesi, è stato il coronamento consapevole di una attitudine che avevo coltivato
nel tempo.
La crescita che possono ricavare i soggetti coinvolti è,
prima di tutto: evoluzione.
Il Mediatore Linguistico Culturale nella Clinica
Transculturale dal punto di vista professionale: una maggiore aderenza ai
propri compiti, poiché si viene a conoscenza e si “vivono” culture altre,
cercando di andare a ridurre il rischio di limitare l’efficacia del proprio
intervento a causa dei propri vincoli culturali.
Ma la crescita personale, in ragione di un “fattore umano”,
da parte di chi ha potuto vivere quei confronti, è ciò che più mi ha
interessato: viviamo in un mondo nel quale radicalismi e intolleranze sono
sempre più intrapresi come scorciatoie per tentare di sopraffare l’altro. In
quella sede invece tutti i soggetti si sono posti in ascolto e hanno cercato di
imparare l’uno dall’altro, arricchendosi vicendevolmente.
Non so dire fino a che punto questa strategia sia
applicabile a tutte le controversie e ai conflitti che oppongono persone o
popoli diversi: ma sono sicura che è molto meglio cercare di capire l’altra
persona, se me ne offre la possibilità. E se non è ben disposta in questo
senso, posso cercare di attirarla su questo piano, anziché scivolare in un conflitto
non costruttivo, dettato dal pensare e dire su argomenti che si conoscono solo in
superficie.
Sono convinta che questo sia un grande insegnamento, che
secondo me andrebbe largamente condiviso, non solo con operatori
sociali/educatori che operano sul campo, ma anche con qualunque persona che si
può incontrare nell’arco di questa vita.
A conclusione di questo percorso che è stato fonte di gioie
e dolori, alti e bassi, provocazioni, imprevisti, deviazioni, cadute,
riflessioni ma soprattutto crescita mi hanno dato modo di capire quanto sia il
mio valore come studente, figlia, educatrice, donna ma soprattutto persona. Mi
sento sinceramente di ringraziare tutti coloro che, nel bene e nel male, hanno saputo
prendermi per quella che sono, dandomi fiducia, come probabilmente per mestessa
non avevo mai fatto fino ad adesso perché non me ne ero data la possibilità:
Ho avuto un confronto con me stessa, con le mie doti, i miei
limiti, le mie intemperanze, ho scoperto punti di forza positivi e negativi su
cui continuerò ad approfondire che
all’inizio di questo percorso non contemplavo nemmeno.
Grazie a chiunque ha avuto modo di entrare nella mia vita e
lasciarmi un frammento della sua “scia esistenziale”.
Grazie alla mia Famiglia che mi ha dato radici per capire
quali sono i veri valori dellavita e nello stesso tempo la forza per poter
aprire le mie ali e volare dove il cuore mi porterà.
Ringrazio la famiglia che in questo periodo mi ha dato un
lavoro e un’ulteriore possibilità di crescita, che è ricca di sfide ogni
giorno; mi hanno saputo accogliere e aiutato nel dare una struttura formale,
nel vero senso della parola, a ciò che in gran parte è emerso in questo
elaborato.
Vorrei
inoltre ringraziare il Professor Sala per l’estrema pazienza e l’essersi reso disponibil
eseguendo i miei ritmi e per avermi dato l’opportunità di scoprire il mondo della
Mediazione Linguistico Culturale insieme al Gruppo di corsisti, miei colleghi che
attraverso le loro esperienze mi hanno resa una persona più ricca di conoscenze
e di prospettive sul vivere la vita.
Ringrazio enormemente gli Operatori e Operatrici
dell’Azienda Ulss 4 dell’Alto, ho avuto la possibilità di avere riscontri
tangibili in ambito professionale.
Infine, ma non per ultima, ringrazio la Vita che mi ha
scelto per intraprendere un percorso sebbene sia duro e costellato di continui ostacoli,
mi sta comunque dando vere soddisfazioni e realizzazioni a livello di persona
che si trova qui per percorrere un cammino che non smetterà mai di dare i suoi
frutti.
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